venerdì 25 luglio 2014


Me and You.
Forever Young.



Chapter III



Bussai –Che vuoi?!- era arrabbiato –Lou. Ma che è successo?- bussai varie volte alla porta alzando sempre di più la voce. Sentii la chiave girare nella serratura e alla fine mi ritrovai faccia a faccia con Lou.
-Ho fatto una cazzata, Em- stava per piangere –Che è successo?- chiesi per l’ennesima volta –Ho mandato a fanculo il rettore- lo guardai per alcuni istanti e poi scoppiai a ridere.
-Fammi capire. Tu sei tornato a casa perché hai mandato a quel paese un vecchio panzone?!- non ce la facevo a non ridere, la situazione richiedeva una sana dose di risate. Louis mi fissava –La smetti?-
-Mi fai entrare?- cercai di nascondere il sorriso ma era praticamente impossibile.
Per tutte quelle volte che io avevo mandato a fanculo le persone, a quell’ora dovevo andarmi a nascondere in Antartide.
Si buttò a peso morto sul letto, stessa cosa feci io –E se non mi laureo?-
-E CHE PALLE!! Ma la smetti di ripeterlo?!- erano sei mesi che ripeteva quella frase, ogni volta che parlavamo al telefono lo diceva, era assillante.
-Ho paura, Em!- disse alzando le mani al cielo –Ti capisco, ma se ripeti quella frase non risolvi niente! Perciò adesso torni a casetta tua e vai a studiare!- gli ordinai –A proposito! A te come va?- mi spostò una ciocca di capelli dal viso –Va…l’altro giorno sono stata dal Preside…-
-Ti voleva dare dei riconoscimenti?- chiese speranzoso –No…Ho menato una troietta in classe..-
-EMMA MAGGY TOMLINSON!! Ma adesso meni anche le ragazze?!-
-Prova a richiamarmi con il mio nome intero e vedrai che brutta fine farai.-
-Se mamma lo scopre sei fottuta!-
-Già lo sa- dissi secca –Non ti ha punita?- strabuzzò gli occhi –Oh se mi ha punita! Mi ha fatto dormire fuori di casa.-
-Sulle scale si sta bene..-
-Non nell’atrio! Fuori dal condominio! Pioveva anche quella notte!...Lou mi manchi…Ti prego, sbrigati a prendere questa cazzo di laurea e torna qui! Mamma è insopportabile! Ogni volta lei mi sgrida e io picchio qualcuno a scuola!- usai il mio tono supplichevole, funzionava sempre con Louis –TI farai espellere così!-
-LO SO!- ero esasperata per due settimane mamma si era messa a dirmelo, notte e giorno era lì che mi ripeteva quelle cinque paroline.
Mi strinse a se mi baciò la testa. Rimanemmo abbracciati, o meglio, avvinghiati, per due ore, nelle quali ci addormentammo.
Fu mamma a svegliarci –Louis, ma che ci fai qui?- lui si stropicciò gli occhi e la fissò –E’ tornato perché gli mancavo e perché doveva studiare con un clima famigliare e tranquillo intorno a lui.- ero stata io a parargli il culo quella volta –Oh… vorrà dire che annullo la cena con i Klock-
-Ma no! Io e Em usciamo tra un po’! non annullare nulla- le sorrise.
Mamma uscì dalla stanza dopo avergli dato un bacio sulla fronte. Mi girai verso Lou –Che intenzioni hai?- chiesi sospettosa –Sta sera c’è il concerto di Robbie Williams. Ho due biglietti-
Robbie Williams era il suo cantante preferito, aspettava da mesi quel concerto –Avevo capito che ci portavi Lilly…perché adesso hai cambiato idea?-
-Lilly è a casa con il ragazzo- era irritato, sapevo che aveva una cotta per lei, ma l’aveva sempre rifiutata dato che erano fratelli anche se di madre e di padre diversi. L’amava, glielo si leggeva negli occhi.
-Ah…Lou?- mi alzai dal letto, lo girai nella mia direzione –Sei sicuro di andarci con me?- m’abbracciò –Lou, lo sai che non amo molto il contatto fisico…dopo un po’ mi stufo di tutti questi abbracci!- mollò subito la presa –Ecco perché Matty aveva le mani all’altezza del seno però non lo toccava!- diventai tutta rossa
 –Ma come fate a fare l’amore se non vi toccate?- stava diventando troppo curioso –Ci tocchiamo, cretino! Il problema è che tu sei entrato nel momento in cui lui stava mettendo le sue manine dove tu sai!- gli feci un sorriso beffardo –Ho capito! Adesso ci starai tre anni a ripetermi che non siete scoppiati di gioia perché io vi ho interrotti?!- era esasperato –Fammici pensare…ehm….direi proprio di sì!- gli sorrisi e lui mi spinse verso la porta della nostra stanza comunicante e mi ci buttò dentro –Svelta che tra un po’ inizia!-
Mi richiuse la porta in faccia. Andai a farmi una doccia e mi vestii comoda.
-MAMMA NOI USCIAMO! TORNIAMO TARDI!- urlò Louis con mezzo corpo fuori casa e mezzo dentro –SI’! CIAO!- ci salutò mamma.
Chiusi la porta e andammo verso l’uscita.
-Abbiamo i pass per incontrarlo…- me li mostrò –Ma come hai fatto?- ero sbalordita –Eleanor- rispose ovvio –Certo! Perché io so chi è Eleanor!-
-E’ la mia ragazza! Ciao Pierre!- disse salutando il portiere di turno.
Arrivammo davanti allo stadio, parcheggiò la macchina e andammo verso l’edificio.
Concerto magnifico, che dire? Il problema era quando tutti cantavano io rimanevo zitta per il semplice fatto che conoscevo le vecchie canzoni, non quelle nuove.
Quando il concerto finì andammo nel backstage ad aspettare la star.
-Sbaglio o avevi detto a Matty che gli avresti mandato un messaggio?- chiese avvicinandosi –Cazzo!- mi portai una mano sulla fronte  e mi allontanai da quel macello.

A: Matty

SCUSA! Ero al concerto di Robbie Williams
e ho perso la cognizione del tempo.
Domani ti prometto che mi faccio perdonare ;)

Da: Matty

Non ti preoccupare. Mi ero addormentato :)
Cos’hai in mente ? ;)

A: Matty

Non lo saprai fino a domani mattina ;)

Da: Matty

Ma tu domani hai scuola!

A: Matty

Non c’andrò

Da: Matty

Scusa, ma non voglio essere io la causa
della tua ignoranza! Tu domani vai a scuola!

A: Matty

Pensavo che tu fossi il mio ragazzo,
non mia madre!

Da: Matty

Non fare le mie stesse cazzate!

*Flashback*

-Matty! Ma che cazzo hai fatto?!- gli chiesi guardando il corpo di quel povero ragazzo martoriato a terra solo perché non aveva cento sterline per pagare il prezzo dell’erba .
La porta si aprì e il rettore, venuto poche settimane prima a casa nostra per il compleanno di Lou, ci guardò. Eravamo nei guai fino al collo.
Quella sera Matty mi chiamò per raggiungerlo nel suo dormitorio per darci alla pazza gioia. Presi la macchina e partii, quando arrivai trovai quel ragazzo a terra in mezzo ad una pozza di sangue.
Ci portò nel suo ufficio, mentre portavano via il corpo in fin di vita del ragazzo.
-Signor Midway, saprà già cosa le aspetta?- chiese il rettore con tono severo –Sì, signore-
-Bene, se può elencare le conseguenze alla dolce signorina qui con noi, mi farebbe un gran piacere-
-Verrò interrogato dalla commissione del college e dalla polizia, verrò espulso se colpevole e non potrò frequentare nessun’altro college.- non stavano scherzando –Abbiamo già avvisato suo padre. È molto deluso da lei signor Midway! AH! Ci saranno delle conseguenze anche per la fanciulla!- m’indicò
 –PERCHE’!? Lei non ha fatto nulla!- disse Matty mettendosi difronte a me in senso di protezione –E’ una testimone! E per quanto mi riguarda la ragazza è colpevole quanto lei! E ora fuori!-
Fu incolpato e espulso. I giorni che seguirono li passò a casa mia. Lo avevano cacciato di casa e gli avevano tolto anche l’appartamento in centro. Alcune sere dormiva con me senza farsi accorgere dai miei.
Passò un brutto periodo.

*Fine flashback*

A: Matty

Allora peggio per te!
Dovrai aspettare il pomeriggio!

Da: Matty

Brava la mia bambina! :)

Bloccai lo schermo e mi girai. La conversazione con Matty mi aveva presa così tanto che non mi accorsi che tutti erano spariti.
M’incamminai lungo il corridoio. Abbassai lo sguardo per controllare l’ora e mi ritrovai spiaccicata ad una montagna umana.
-UH! Chi si rivede!- disse il riccio –Harry, giusto?- lui annuì –E’ proprio vero…- dissi dondolandomi sui talloni –Cosa?-
-Chi non muore si rivede!- lui iniziò a ridere come uno scemo –Come mai anche tu qui?- mi chiese, dopo essersi ripreso –Louis, mio fratello, adora Robbie e mi ha trascinata qui-
-A te non piace Robbie Williams?-
-Lo adoro, il problema è che non seguo sempre lo stesso cantante… ne seguo tanti e non me li posso ricordare tutti…- feci spallucce mentre gesticolavo come un’ossessa –Ti sei persa?- alzò un sopracciglio, annuii e lui mi sorrise –Vieni, ti accompagno io da tuo fratello-
C’incamminammo sul lungo corridoio –Con il tizio, come è andata a finire?-
-Con Matty?- lui annuì –Bene..- abbassai lo sguardo sorridendo –Da quel bene si possono dedurre molte cose!- ridemmo –Lo ami?-
-Ci siamo parlati per neanche dieci minuti e tu già mi chiedi se amo il mio ragazzo?-
-Scusa, non sono affari miei, anche se il fatto di conoscerci da poco tempo non influisce con la domanda…-
-Hai ragione. Sì, lo amo, ma alla mia età è difficile dirlo- feci spallucce
-Vorresti dire che io sono vecchio?!-
-Ma se non so neanche quanti anni hai!-
-Ne ho venti-  sorrise
- E secondo te uno a vent’anni può saper amare una persona ed esserne sicura?! Secondo me no! Sono dell’opinione che alla nostra età ci si deve divertire! Se aspettiamo passeremo il resto della vita a rimpiangere questi anni!- lui rise e scosse la testa – Non sei d’accordo?-
-Non proprio. I nostri nonni si sono sposati alla nostra età, e ancora si amano-
-Erano altri tempi! Le cose una volta erano fatte per durare! Ora è tutto usa e getta! E dobbiamo adattarci!-
-Se lo dici te!- disse rassegnato. Quando m’impuntavo su una cosa era difficile schiodarmela dalla testa.
Ero testarda, ma se sapevi prendermi per il verso giusto ero anche molto malleabile.
-Eccoci qui- ci fermammo davanti ad una porta bianca e ci sorridemmo –Mi dai il tuo numero?- chiesi io, provocando in lui molto più dello stupore –Ma certo!- mi prese di mano il cellulare e salvò il suo numero
-Grazie-
Mi sorrise e se ne andò. Aveva un bel culo per non parlare delle gambe. No! Io stavo con Matty, punto e basta.
-EHI! Ce l’hai fatta a venire!- disse Louis allargando le braccia
-Scusate..- dissi in imbarazzo. Lou mi venne incontro e mi fece segno di uscire –Che è successo?- gli chiesi
-Mi ha chiamato mamma. Devi tornare a casa-
-PERCHE’!?!-
-Non me lo ha detto! Adesso il problema è come ci torni a casa?-
-Prenderò un taxi…ci vediamo a casa Lou, divertiti- gli diedi un bacio sulla guancia e partii.
Quando uscii dall’edificio un branco di gente si affrettava ad andare via. I taxi erano stracolmi. Presi il cellulare e chiamai Harry:
-Pronto?- ripose al secondo squillo
-EHI! Sono Emma!-
-Ciao!- disse tutto felice
-Ti posso chiedere un  favore enorme?-
-Ma certo.-
-Mi daresti un passaggio a casa?-
- Dove sei ora?-
-All’entrata-
-Arrivo subito!-
Dopo circa dieci minuti arrivò con la sua Range Rover nera e vetri oscurati. Salii e lo salutai con un sorriso imbarazzato.
-Non ci fare l’abitudine!- disse sorridendo –A cosa?- chiesi perplessa –Mi chiedi sempre un passaggio! La prossima volta ti dirò di no!- era determinato, ma entrambi sapevamo che non lo avrebbe fatto.
Arrivammo davanti casa e lì si fermò.
-Grazie- sfoderai un sorriso incerto –Prego- rispose di rimando. Scesi dall’auto e lo salutai con la mano dopo aver chiuso la portiera.
Arrivata davanti il portone di casa presi un respiro profondo ed entrai. Era l’una di notte, davanti a me, di spalle seduta sul divano, si trovava mia madre –Mamma? Come mai mi hai detto di tornare?- ero spaventata –Vieni qui Emma- disse secca. Andai verso di lei e mi sedetti sulla poltrona vicino al divano, vicina ma abbastanza lontana dalla mamma.
-Mi spieghi cosa ci fa un pacchetto di preservativi alla menta nel tuo comodino?- chiese alzando il pacchetto; il sangue mi si congelò nelle vene –Adesso che fai? Mi controlli?!- mi ero leggermente alzata dalla poltroncina –Abbassa la voce che tuo padre sta dormendo! E rimettiti seduta! Pensavi che non sarei venuta a scoprirlo? Ne ho trovati altri usati nel cestino della tua camera! Se ne ritrovo altri, ti giuro che ci saranno gravi conseguenze!-
-Mi stai minacciando solo perché faccio l’amore con il mio ragazzo?- ero sbalordita, avevo diciannove anni, ero maggiorenne, potevo scoparmi chi mi pareva.
-SI’!-
-Cosa vuoi da me, mamma?- cercai di non essere aggressiva –Vorrei solo che tornassi ad essere la ragazzina di una volta, dolce, ordinata e responsabile- disse con dolcezza –Ma tu pensi che io vada a fare la troietta in giro?-
-Non lo so!-
-Perché non mi chiedi cosa faccio quando scappo di casa?-
-…Cosa…-
-Vado al parco a leggere i libri!! Perciò rilassati! Matty è stato il primo e non la vado a dare in giro!! Adesso sei più tranquilla?- ero esasperata, non ne potevo più.
Lei fece per andarsene ma la fermai facendomi ridare i preservativi.
Andai in camera, chiusi la porta delicatamente e andai in bagno per farmi una doccia. Quando uscii ritrovai Lou sotto le coperte del mio letto, rendendomi conto che ero rimasta sotto la doccia per un’ora intera. Alzai le coperte e mi stesi al suo fianco –Ehi….Scusa se sono qui con te, è che il mio letto e scomodo..- disse ad occhi chiusi; senza rispondere lo strinsi tra le mie braccia e lui si fece cullare –Ti voglio bene, Lou- mugugnò qualcosa per rispondermi  e si addormentò, io le seguii a ruota.
L’indomani ci svegliammo tutti intorpiditi, lui aveva un braccio sotto la mia testa e io avevo le gambe sopra le sue –Em, ti prego…spostati- feci come mi disse, spalancai gli occhi –Ma che ore sono?!-
-Sono le sette e trenta… perché?- chiese sbadigliando –Devo andare a scuola!- ero già in bagno a darmi una sistemata, in dieci minuti ero pronta.
Salutai con un bacio sulla fronte Louis, che era ancora nel mio letto a dormire. In sala da pranzo mamma stava facendo colazione mentre leggeva il Times, andai da lei e come da prassi le diedi un bacio sulla guancia.
Arrivai a scuola e Jess mi saltò letteralmente addosso –EMMA!! Mi sei mancata!!- disse tutta felice staccandosi da me –Ma se sono mancata solo ieri!!-
-E’ vero…Comunque! Come è andata con Matty?-
-E’ andata… Jess potrei lasciarti sola per un po’?- non vedevo l’ora di schiodarmela di dosso, era assillante, ripetitiva e morbosa! Tutti la evitavano per non essere trascinati in una conversazione di un’ora su come fare i budini alla rosa; ma io, la solita sfigata, ero stata messa di banco insieme a lei, perciò la dovevo sopportare per quattro ore al giorno, ma grazie al cielo era l’ultimo anno e la scuola stava per chiudere.
Feci finta di andare in segreteria, ma mi diressi nella biblioteca. Quella scuola decrepita aveva una biblioteca degna di quel nome. Possedeva più di duecento libri. Era un paradiso terrestre. Passai due ore a leggere libri, poi fui scoperta dalla nuova professoressa di filosofia, che mi ricacciò in classe dopo avermi messo una nota. Sbuffando mi alzai dalla poltroncina e andai in classe per seguire l’ultima lezione di matematica.
Jess, a quell’ora non c’era, perché troppo impegnata a cantare insieme al coro della scuola. In quell’ora ero libera di pensare a tutto quello che mi passasse per la testa.  La campanella suonò e tutti si affrettarono ad uscire, mentre io rimasi lì per alcuni minuti a finire il mio grande ragionamento e me ne andai.
All’uscita mi aspettava Matty, gli andai incontro e lui mi baciò –Ciao…ti va se andiamo a casa mia?- mi chiese all’orecchio –Ti hanno ridato la casa?- chiesi tutta felice –Più o meno….diciamo che me la sono ripresa io. Allora, ti va?- annuii e salii in macchina con lui.
Eravamo a casa sua. Era sempre stato molto ordinato e anche se mancava da mesi quella casa aveva un odore perenne di gelsomino.
-Ti amo!- e poi venne. Non risposi, i miei gemiti erano più specifici di tante altre parole, che conosceva già a memoria. I miei ‘ti amo ’ erano nei piccoli gesti, nelle parole non dette e in quelle dette. Il mio amore per lui era a trecentosessanta gradi.
Gli baciai l’angolo della bocca mentre lui era ancora dentro di me –Penso che questo valga anche per quello di ieri- dissi sorridendo, si stese al mio fianco e mi avvicinò a lui –Ti va di uscire questa sera? Domani è sabato…possiamo passare la notte insieme…-
-Dove vuoi andare?- chiese
-Dove vuoi tu- dissi sorridendo
-Ti va di andare al Gleek?-
-Ma lì c’è sempre tanta confusione…- dissi storcendo la bocca
-Ma almeno è più vicino a casa, sai.. appena ci viene voglia attraversiamo la strada e siamo qui- disse sorridendo  -Va bene- gli diedi un bacio.
Il telefono mi vibrò. Era Louis –LOU! Che vuoi?!- chiesi brusca 

To be continued....




#Hazzasmile 


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