Me and You.
Forever Young.
Chapter III
Bussai –Che
vuoi?!- era arrabbiato –Lou. Ma che
è successo?- bussai varie volte alla porta alzando sempre di più la voce.
Sentii la chiave girare nella serratura e alla fine mi ritrovai faccia a faccia
con Lou.
-Ho fatto una
cazzata, Em- stava per piangere –Che
è successo?- chiesi per l’ennesima volta –Ho mandato a fanculo il rettore- lo guardai per alcuni istanti e
poi scoppiai a ridere.
-Fammi capire. Tu
sei tornato a casa perché hai mandato a quel paese un vecchio panzone?!-
non ce la facevo a non ridere, la situazione richiedeva una sana dose di
risate. Louis mi fissava –La smetti?-
-Mi fai entrare?-
cercai di nascondere il sorriso ma era praticamente impossibile.
Per tutte quelle volte che io avevo mandato a fanculo le
persone, a quell’ora dovevo andarmi a nascondere in Antartide.
Si buttò a peso morto sul letto, stessa cosa feci io –E se non mi laureo?-
-E CHE PALLE!! Ma
la smetti di ripeterlo?!- erano sei mesi che ripeteva quella frase, ogni
volta che parlavamo al telefono lo diceva, era assillante.
-Ho paura, Em!-
disse alzando le mani al cielo –Ti
capisco, ma se ripeti quella frase non risolvi niente! Perciò adesso torni a
casetta tua e vai a studiare!- gli ordinai –A proposito! A te come va?- mi spostò una ciocca di capelli dal
viso –Va…l’altro giorno sono stata dal
Preside…-
-Ti voleva dare
dei riconoscimenti?- chiese speranzoso –No…Ho menato una troietta in classe..-
-EMMA MAGGY
TOMLINSON!! Ma adesso meni anche le ragazze?!-
-Prova a
richiamarmi con il mio nome intero e vedrai che brutta fine farai.-
-Se mamma lo
scopre sei fottuta!-
-Già lo sa-
dissi secca –Non ti ha punita?-
strabuzzò gli occhi –Oh se mi ha punita!
Mi ha fatto dormire fuori di casa.-
-Sulle scale si
sta bene..-
-Non nell’atrio!
Fuori dal condominio! Pioveva anche quella notte!...Lou mi manchi…Ti prego,
sbrigati a prendere questa cazzo di laurea e torna qui! Mamma è insopportabile!
Ogni volta lei mi sgrida e io picchio qualcuno a scuola!- usai il mio tono
supplichevole, funzionava sempre con Louis –TI farai espellere così!-
-LO SO!- ero
esasperata per due settimane mamma si era messa a dirmelo, notte e giorno era
lì che mi ripeteva quelle cinque paroline.
Mi strinse a se mi baciò la testa. Rimanemmo abbracciati,
o meglio, avvinghiati, per due ore, nelle quali ci addormentammo.
Fu mamma a svegliarci –Louis, ma che ci fai qui?- lui si stropicciò gli occhi e la fissò –E’ tornato perché gli mancavo e perché
doveva studiare con un clima famigliare e tranquillo intorno a lui.- ero
stata io a parargli il culo quella volta –Oh…
vorrà dire che annullo la cena con i Klock-
-Ma no! Io e Em
usciamo tra un po’! non annullare nulla- le sorrise.
Mamma uscì dalla stanza dopo avergli dato un bacio sulla
fronte. Mi girai verso Lou –Che
intenzioni hai?- chiesi sospettosa –Sta
sera c’è il concerto di Robbie Williams. Ho due biglietti-
Robbie Williams era il suo cantante preferito, aspettava
da mesi quel concerto –Avevo capito che
ci portavi Lilly…perché adesso hai cambiato idea?-
-Lilly è a casa
con il ragazzo- era irritato, sapevo che aveva una cotta per lei, ma
l’aveva sempre rifiutata dato che erano fratelli anche se di madre e di padre
diversi. L’amava, glielo si leggeva negli occhi.
-Ah…Lou?- mi
alzai dal letto, lo girai nella mia direzione –Sei sicuro di andarci con me?- m’abbracciò –Lou, lo sai che non amo molto il contatto fisico…dopo un po’ mi stufo
di tutti questi abbracci!- mollò subito la presa –Ecco perché Matty aveva le mani all’altezza del seno però non lo
toccava!- diventai tutta rossa
–Ma come fate a fare l’amore se non vi
toccate?- stava diventando troppo curioso –Ci tocchiamo, cretino! Il problema è che tu sei entrato nel momento in
cui lui stava mettendo le sue manine dove tu sai!- gli feci un sorriso
beffardo –Ho capito! Adesso ci starai
tre anni a ripetermi che non siete scoppiati di gioia perché io vi ho
interrotti?!- era esasperato –Fammici
pensare…ehm….direi proprio di sì!- gli sorrisi e lui mi spinse verso la
porta della nostra stanza comunicante e mi ci buttò dentro –Svelta che tra un po’ inizia!-
Mi richiuse la porta in faccia. Andai a farmi una doccia
e mi vestii comoda.
-MAMMA NOI
USCIAMO! TORNIAMO TARDI!- urlò Louis con mezzo corpo fuori casa e mezzo
dentro –SI’! CIAO!- ci salutò mamma.
Chiusi la porta e andammo verso l’uscita.
-Abbiamo i pass
per incontrarlo…- me li mostrò –Ma
come hai fatto?- ero sbalordita –Eleanor-
rispose ovvio –Certo! Perché io so chi è
Eleanor!-
-E’ la mia
ragazza! Ciao Pierre!- disse salutando il portiere di turno.
Arrivammo davanti allo stadio, parcheggiò la macchina e
andammo verso l’edificio.
Concerto magnifico, che dire? Il problema era quando
tutti cantavano io rimanevo zitta per il semplice fatto che conoscevo le
vecchie canzoni, non quelle nuove.
Quando il concerto finì andammo nel backstage ad
aspettare la star.
-Sbaglio o avevi
detto a Matty che gli avresti mandato un messaggio?- chiese avvicinandosi –Cazzo!- mi portai una mano sulla fronte e mi allontanai da quel macello.
A: Matty
SCUSA! Ero al
concerto di Robbie Williams
e ho perso la
cognizione del tempo.
Domani ti prometto
che mi faccio perdonare ;)
Da: Matty
Non ti preoccupare.
Mi ero addormentato :)
Cos’hai in mente ?
;)
A: Matty
Non lo saprai fino
a domani mattina ;)
Da: Matty
Ma tu domani hai
scuola!
A: Matty
Non c’andrò
Da: Matty
Scusa, ma non
voglio essere io la causa
della tua
ignoranza! Tu domani vai a scuola!
A: Matty
Pensavo che tu
fossi il mio ragazzo,
non mia madre!
Da: Matty
Non fare le mie
stesse cazzate!
*Flashback*
-Matty! Ma che
cazzo hai fatto?!- gli chiesi guardando il corpo di quel povero ragazzo
martoriato a terra solo perché non aveva cento sterline per pagare il prezzo
dell’erba .
La porta si aprì e il rettore, venuto poche settimane
prima a casa nostra per il compleanno di Lou, ci guardò. Eravamo nei guai fino
al collo.
Quella sera Matty mi chiamò per raggiungerlo nel suo
dormitorio per darci alla pazza gioia. Presi la macchina e partii, quando
arrivai trovai quel ragazzo a terra in mezzo ad una pozza di sangue.
Ci portò nel suo ufficio, mentre portavano via il corpo
in fin di vita del ragazzo.
-Signor Midway,
saprà già cosa le aspetta?- chiese il rettore con tono severo –Sì, signore-
-Bene, se può
elencare le conseguenze alla dolce signorina qui con noi, mi farebbe un gran
piacere-
-Verrò interrogato
dalla commissione del college e dalla polizia, verrò espulso se colpevole e non
potrò frequentare nessun’altro college.- non stavano scherzando –Abbiamo già avvisato suo padre. È molto
deluso da lei signor Midway! AH! Ci saranno delle conseguenze anche per la
fanciulla!- m’indicò
–PERCHE’!? Lei non ha fatto nulla!-
disse Matty mettendosi difronte a me in senso di protezione –E’ una testimone! E per quanto mi riguarda
la ragazza è colpevole quanto lei! E ora fuori!-
Fu incolpato e espulso. I giorni che seguirono li passò a
casa mia. Lo avevano cacciato di casa e gli avevano tolto anche l’appartamento
in centro. Alcune sere dormiva con me senza farsi accorgere dai miei.
Passò un brutto periodo.
*Fine flashback*
A: Matty
Allora peggio per
te!
Dovrai aspettare il
pomeriggio!
Da: Matty
Brava la mia
bambina! :)
Bloccai lo schermo e mi girai. La conversazione con Matty
mi aveva presa così tanto che non mi accorsi che tutti erano spariti.
M’incamminai lungo il corridoio. Abbassai lo sguardo per
controllare l’ora e mi ritrovai spiaccicata ad una montagna umana.
-UH! Chi si
rivede!- disse il riccio –Harry,
giusto?- lui annuì –E’ proprio vero…-
dissi dondolandomi sui talloni –Cosa?-
-Chi non muore si
rivede!- lui iniziò a ridere come uno scemo –Come mai anche tu qui?- mi chiese, dopo essersi ripreso –Louis, mio fratello, adora Robbie e mi ha
trascinata qui-
-A te non piace
Robbie Williams?-
-Lo adoro, il problema è che non seguo sempre lo stesso cantante… ne
seguo tanti e non me li posso ricordare tutti…- feci spallucce mentre
gesticolavo come un’ossessa –Ti sei
persa?- alzò un sopracciglio, annuii e lui mi sorrise –Vieni, ti accompagno io da tuo fratello-
C’incamminammo sul lungo corridoio –Con il tizio, come è andata a finire?-
-Con Matty?-
lui annuì –Bene..- abbassai lo
sguardo sorridendo –Da quel bene si
possono dedurre molte cose!- ridemmo –Lo
ami?-
-Ci siamo parlati
per neanche dieci minuti e tu già mi chiedi se amo il mio ragazzo?-
-Scusa, non sono
affari miei, anche se il fatto di conoscerci da poco tempo non influisce con la
domanda…-
-Hai ragione. Sì,
lo amo, ma alla mia età è difficile dirlo- feci spallucce
-Vorresti dire che
io sono vecchio?!-
-Ma se non so
neanche quanti anni hai!-
-Ne ho venti- sorrise
- E secondo te uno
a vent’anni può saper amare una persona ed esserne sicura?! Secondo me no! Sono
dell’opinione che alla nostra età ci si deve divertire! Se aspettiamo passeremo
il resto della vita a rimpiangere questi anni!- lui rise e scosse la testa
– Non sei d’accordo?-
-Non proprio. I
nostri nonni si sono sposati alla nostra età, e ancora si amano-
-Erano altri
tempi! Le cose una volta erano fatte per durare! Ora è tutto usa e getta! E
dobbiamo adattarci!-
-Se lo dici te!-
disse rassegnato. Quando m’impuntavo su una cosa era difficile schiodarmela
dalla testa.
Ero testarda, ma se sapevi prendermi per il verso giusto
ero anche molto malleabile.
-Eccoci qui-
ci fermammo davanti ad una porta bianca e ci sorridemmo –Mi dai il tuo numero?- chiesi io, provocando in lui molto più dello
stupore –Ma certo!- mi prese di mano
il cellulare e salvò il suo numero
-Grazie-
Mi sorrise e se ne andò. Aveva un bel culo per non
parlare delle gambe. No! Io stavo con Matty, punto e basta.
-EHI! Ce l’hai
fatta a venire!- disse Louis allargando le braccia
-Scusate..-
dissi in imbarazzo. Lou mi venne incontro e mi fece segno di uscire –Che è successo?- gli chiesi
-Mi ha chiamato
mamma. Devi tornare a casa-
-PERCHE’!?!-
-Non me lo ha
detto! Adesso il problema è come ci torni a casa?-
-Prenderò un
taxi…ci vediamo a casa Lou, divertiti- gli diedi un bacio sulla guancia e
partii.
Quando uscii dall’edificio un branco di gente si
affrettava ad andare via. I taxi erano stracolmi. Presi il cellulare e chiamai
Harry:
-Pronto?-
ripose al secondo squillo
-EHI! Sono Emma!-
-Ciao!- disse
tutto felice
-Ti posso chiedere
un favore enorme?-
-Ma certo.-
-Mi daresti un
passaggio a casa?-
- Dove sei ora?-
-All’entrata-
-Arrivo subito!-
Dopo circa dieci minuti arrivò con la sua Range Rover
nera e vetri oscurati. Salii e lo salutai con un sorriso imbarazzato.
-Non ci fare
l’abitudine!- disse sorridendo –A
cosa?- chiesi perplessa –Mi chiedi
sempre un passaggio! La prossima volta ti dirò di no!- era determinato, ma
entrambi sapevamo che non lo avrebbe fatto.
Arrivammo davanti casa e lì si fermò.
-Grazie-
sfoderai un sorriso incerto –Prego-
rispose di rimando. Scesi dall’auto e lo salutai con la mano dopo aver chiuso
la portiera.
Arrivata davanti il portone di casa presi un respiro
profondo ed entrai. Era l’una di notte, davanti a me, di spalle seduta sul
divano, si trovava mia madre –Mamma?
Come mai mi hai detto di tornare?- ero spaventata –Vieni qui Emma- disse secca. Andai verso di lei e mi sedetti sulla
poltrona vicino al divano, vicina ma abbastanza lontana dalla mamma.
-Mi spieghi cosa
ci fa un pacchetto di preservativi alla menta nel tuo comodino?- chiese
alzando il pacchetto; il sangue mi si congelò nelle vene –Adesso che fai? Mi controlli?!- mi ero leggermente alzata dalla
poltroncina –Abbassa la voce che tuo
padre sta dormendo! E rimettiti seduta! Pensavi che non sarei venuta a
scoprirlo? Ne ho trovati altri usati nel cestino della tua camera! Se ne
ritrovo altri, ti giuro che ci saranno gravi conseguenze!-
-Mi stai
minacciando solo perché faccio l’amore con il mio ragazzo?- ero sbalordita,
avevo diciannove anni, ero maggiorenne, potevo scoparmi chi mi pareva.
-SI’!-
-Cosa vuoi da me,
mamma?- cercai di non essere aggressiva –Vorrei solo che tornassi ad essere la ragazzina di una volta, dolce,
ordinata e responsabile- disse con dolcezza –Ma tu pensi che io vada a fare la troietta in giro?-
-Non lo so!-
-Perché non mi
chiedi cosa faccio quando scappo di casa?-
-…Cosa…-
-Vado al parco a
leggere i libri!! Perciò rilassati! Matty è stato il primo e non la vado a dare
in giro!! Adesso sei più tranquilla?- ero esasperata, non ne potevo più.
Lei fece per andarsene ma la fermai facendomi ridare i
preservativi.
Andai in camera, chiusi la porta delicatamente e andai in
bagno per farmi una doccia. Quando uscii ritrovai Lou sotto le coperte del mio
letto, rendendomi conto che ero rimasta sotto la doccia per un’ora intera.
Alzai le coperte e mi stesi al suo fianco –Ehi….Scusa
se sono qui con te, è che il mio letto e scomodo..- disse ad occhi chiusi;
senza rispondere lo strinsi tra le mie braccia e lui si fece cullare –Ti voglio bene, Lou- mugugnò qualcosa
per rispondermi e si addormentò, io le
seguii a ruota.
L’indomani ci svegliammo tutti intorpiditi, lui aveva un
braccio sotto la mia testa e io avevo le gambe sopra le sue –Em, ti prego…spostati- feci come mi
disse, spalancai gli occhi –Ma che ore
sono?!-
-Sono le sette e
trenta… perché?- chiese sbadigliando –Devo
andare a scuola!- ero già in bagno a darmi una sistemata, in dieci minuti ero
pronta.
Salutai con un bacio sulla fronte Louis, che era ancora
nel mio letto a dormire. In sala da pranzo mamma stava facendo colazione mentre
leggeva il Times, andai da lei e come da prassi le diedi un bacio sulla
guancia.
Arrivai a scuola e Jess mi saltò letteralmente addosso –EMMA!! Mi sei mancata!!- disse tutta
felice staccandosi da me –Ma se sono
mancata solo ieri!!-
-E’ vero…Comunque!
Come è andata con Matty?-
-E’ andata… Jess
potrei lasciarti sola per un po’?- non vedevo l’ora di schiodarmela di
dosso, era assillante, ripetitiva e morbosa! Tutti la evitavano per non essere
trascinati in una conversazione di un’ora su come fare i budini alla rosa; ma
io, la solita sfigata, ero stata messa di banco insieme a lei, perciò la dovevo
sopportare per quattro ore al giorno, ma grazie al cielo era l’ultimo anno e la
scuola stava per chiudere.
Feci finta di andare in segreteria, ma mi diressi nella
biblioteca. Quella scuola decrepita aveva una biblioteca degna di quel nome.
Possedeva più di duecento libri. Era un paradiso terrestre. Passai due ore a
leggere libri, poi fui scoperta dalla nuova professoressa di filosofia, che mi
ricacciò in classe dopo avermi messo una nota. Sbuffando mi alzai dalla
poltroncina e andai in classe per seguire l’ultima lezione di matematica.
Jess, a quell’ora non c’era, perché troppo impegnata a
cantare insieme al coro della scuola. In quell’ora ero libera di pensare a
tutto quello che mi passasse per la testa.
La campanella suonò e tutti si affrettarono ad uscire, mentre io rimasi
lì per alcuni minuti a finire il mio grande ragionamento e me ne andai.
All’uscita mi aspettava Matty, gli andai incontro e lui
mi baciò –Ciao…ti va se andiamo a casa
mia?- mi chiese all’orecchio –Ti
hanno ridato la casa?- chiesi tutta felice –Più o meno….diciamo che me la sono ripresa io. Allora, ti va?-
annuii e salii in macchina con lui.
Eravamo a casa sua. Era sempre stato molto ordinato e
anche se mancava da mesi quella casa aveva un odore perenne di gelsomino.
-Ti amo!- e
poi venne. Non risposi, i miei gemiti erano più specifici di tante altre
parole, che conosceva già a memoria. I miei ‘ti amo ’ erano nei piccoli gesti,
nelle parole non dette e in quelle dette. Il mio amore per lui era a
trecentosessanta gradi.
Gli baciai l’angolo della bocca mentre lui era ancora
dentro di me –Penso che questo valga
anche per quello di ieri- dissi sorridendo, si stese al mio fianco e mi
avvicinò a lui –Ti va di uscire questa
sera? Domani è sabato…possiamo passare la notte insieme…-
-Dove vuoi andare?-
chiese
-Dove vuoi tu-
dissi sorridendo
-Ti va di andare
al Gleek?-
-Ma lì c’è sempre
tanta confusione…- dissi storcendo la bocca
-Ma almeno è più
vicino a casa, sai.. appena ci viene voglia attraversiamo la strada e siamo qui-
disse sorridendo -Va bene- gli diedi un bacio.
Il telefono mi vibrò. Era Louis –LOU! Che vuoi?!- chiesi brusca To be continued....
#Hazzasmile
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