Me and You.
Forever Young.
Chapter I
Il cellulare iniziò a vibrare sopra il legno del comodino
vicino al letto. La sera prima avevo impostato la sveglia alle sette spaccate.
Di solito mi alzavo cinque minuti prima di partire per
andare a scuola, ma quella mattina dovevo essere puntuale.
Mi alzai scattante e andai in bagno a lavarmi. Faceva
particolarmente freddo anche se eravamo a giugno, ma in quel periodo le
temperature si alzavano e si abbassavano notevolmente. Spesso mi ero
raffreddata con quei giochi di temperature.
Presi i miei skinny jeans neri e una maglia attillata
color pesca. Lo so, il pesca. Brutto colore. Ma erano gli ultimi giorni di
scuola e solo pensare ad abbinare pantaloni, maglietta e accessori mi faceva
venire il volta stomaco.
Presi la borsa, diedi un bacio sulla guancia a mia madre
e partii.
Un branco di ragazzini si dirigeva verso il liceo, io mi
dirigevo al parco.
Decisione presa all’ultimo momento. Non avevo nessuna
intenzione di trascorrere una giornata dentro quelle quattro mura intonacate di
bianco e grigio, anche se avevo un importantissimo compito in classe.
Il prato verde pullulava di gente, ma riuscii lo stesso a
trovarmi il mio angolo di solitudine.
Dalla borsa tirai fuori gli occhiali da sole, un libro e il cellulare.
A: Matty
Buongiorno
splendore :)
Sono al parco,
appena puoi vieni…
Da: Matty
Ma buongiorno a te
;)
Arrivo subito!
Matty era il mio ragazzo. Era alto, muscoloso e
moro. Troppo bello per stare con me, ma
aveva scelto di trascorrere otto mesi con me, strano… solitamente le mie
relazioni non duravano per più di due ore.
Preferivo starmene da sola e pensare ai fatti miei, la
gente che mi circondava era irrilevante, potevano anche buttarsi al fiume con
un prosciutto al collo, io non avrei mosso un dito, forse solo per facilitargli
la caduta.
Il sole si stava alzando.
Quella mattina Londra appariva stranamente ‘attraente’,
solitamente era triste e cupa.
Ci trasferimmo lì per mamma, le avevano proposto un
lavoro fisso. Ero felice per lei, ma quando ci trasferimmo ero in piena crisi
adolescenziale e lasciare tutte le mie cose a Bristol fu difficile.
In lontananza intravidi Matty. Dio se era bello. Anche
alle otto di mattina era uno spettacolo.
Feci finta di non vederlo continuando a leggere il mio
libro. All’improvviso con tre dita me lo sfilò dalle mani e lo buttò a terra
perdendo il segno.
-EHI! - lui mi
zittì baciandomi. Era maledettamente bello. I suoi baci erano perennemente
sensuali. Ogni volta che poggiava le sue labbra sulle mie mi eccitavo. Se ero
maschio nel giro di due secondi avrei avuto un erezione!
Si staccò lasciandomi respirare –Ciao bellissima…sbaglio o oggi sei più bella?- chiese ammiccando.
Io? Bella? Due parole che messe insieme, se indirizzate a me, facevano ridere.
Cosa che feci. Lui odiava quando mi prendevo per il culo, ma ero così.
Avevo passato molti anni
a combattere contro la mia obesità. Quando iniziai a sviluppare cambiai
all’improvviso. Il mio punto vita si fece più sottile, le gambe si fecero più
affusolate e il viso si addolcì molto. Ero cambiata. I ragazzi mi notavano, mi
venivano dietro, ma io rifiutavo sempre, perché pensavo solo che mi prendessero
in giro.
In qualsiasi occasione mi sentivo a disagio.
Iniziai a fumare per quello, per il semplice motivo che
quando fumavo non ero sola, avevo la mia sigaretta. Fumavo un pacchetto da
venti in due giorni. Poco, ma per una che aveva avuto la polmonite da piccola
non era il massimo. Infatti, quasi sempre, ero malata.
-Chi sono quelli?-
chiesi indicando un gruppetto di ragazzi che si stavano dirigendo verso uno
spiazzo d’erba libero –Sono nuovi…-
disse lui indifferente. Matty si stese al mio fianco e mi portò insieme a lui.
Ridemmo. Era bello passare il tempo con lui.
Il sole si faceva spazio in mezzo alle nuvole, la
temperatura si stava alzando molto.
Ero stesa a dormire tranquillamente, quando sentii
dell’acqua cadermi addosso. Quell’idiota di Matty mi aveva lanciato un
gavettone. Mi alzai cercando di capire quanto fosse grave la situazione. Ero
fradicia. I jeans erano zuppi e la maglietta uguale. Decisi di stare al gioco.
Sapevo quanto gli desse fastidio quando mi scoprivo davanti ad altre persone,
secondo lui io dovevo essere nuda solo in sua presenza.
Con molta calma mi tolsi la maglietta, rimanendo in
reggiseno, poi proseguii con i jeans. Era rosso dalla rabbia e io ero in
mutande e reggiseno.
Mi sentivo in imbarazzo, ma aveva voluto la guerra . Ci
fissammo a lungo. La gente intorno era immobile.
Tutti sapevano che Matty era uno che si scaldava facilmente. Con me non
aveva ancora alzato un dito, anche se quando facevamo l’amore e mi toccava il
seno mi procurava dei lividi, ma non era violenza.
Il gruppetto nuovo mi fissava, soprattutto uno, riccio,
bel sorriso. Sorrisi a mia volta.
Mi girai e me ne tornai al mio posto.
Il mondo riprese a girare. Tutti tornarono a farsi i
fatti loro. Mi sentii afferrare il bacino –Ciao
Matty…che mi racconti?- chiesi provocatoria. Sentii stringere la presa, era
furioso, ma non m’importava molto.
-Copriti, ti si
vede tutto il culo- disse serio –Perché,
vorresti dire che il mio culo è brutto?- chiesi alzando un sopracciglio
coperto dagli occhiali da sole specchiati.
Stava stringendo sempre di più la presa, mi scappò un gemito
di dolore –Dopo facciamo i conti-
era troppo serio e incazzato. Mollò la presa e mi lanciò la sua maglietta,
rimanendo a petto nudo. La presi senza obbiettare e mi alzai da terra.
Presi le scarpe, la borsa e i vestiti zuppi e partii.
Mi sentii afferrare il polso, mi girai di colpo, era Matty
–Dove credi di andare?- strinse la
presa sul mio polso –Me ne vado a casa!-
provai a staccarmi –A casa c’è qualcuno?-
feci di ‘no’ con la testa. Senza staccare la presa su di me, mi portò a casa.
Aprii il portone.
Abitavamo in un appartamento in centro. Era bello. Io
avevo una stanza tutta per me senza dividerla con mia sorella o con mio
fratello. Già. Entrambi erano a Cambridge. Venivano alcune volte a trovarci, ma
fondamentalmente vivevano da soli. Mia sorella si chiamava Lilly mentre mio
fratello Louis, era stato adottato, ma per me era mio fratello, non
fratellastro, mi aveva cresciuta. Quando avevo problemi andavo da lui. Mi
ricordo quando mi vennero per la prima volta le mestruazioni.
*Flashback*
Corsi da lui spaventata. Saltai sul suo letto –Em…che c’è?- chiese tutto assonnato – Lou… perdo sangue dal basso. Secondo te sto
morendo?- lui si levò le coperte dal viso e mi guardò sorridendo mentre si
stropicciava gli occhi –Tesoro, sei una
donna ormai…vieni…- alzò il piumone e mi fece mettere sotto le coperte
insieme a lui; poi mi strinse a se –Hai
dolori?- chiese premuroso mentre appoggiava le mani sul basso ventre –sì…passeranno?- mi strinse più forte e
mi scoccò un bacio sulla tempia –Ma
certo…ti va di rimare a casa insieme?- io annuii tutta felice.
*Fine flashback*
Era un ragazzo d’oro, mentre Lilly era lunatica, alcune
volte ci si poteva parlare mentre altre volte era come la Regina Elisabetta che
non beve thè da due ore. Una iena.
Mi scaraventò sul letto. Si posizionò sopra di me. Io non
volevo, non ne avevo voglia –No…ti
prego…non- mi tirò un ceffone in faccia –Adesso tu stai zitta! Ci siamo capiti?- annuii e basta. Stava
abusando di me.
Io amavo Matty, ma lui in quel momento non mi lasciò
altra scelta. Alzai il ginocchio e gli diedi un calcio dritto nelle palle. Lui
dal dolore si accasciò per terra. Ne approfittai e corsi verso la porta
d’ingresso. Percorsi tutte le scale correndo. Quando uscii in strada urtai
contro qualcuno. Era il ragazzo del gruppo, quello riccio e col sorriso bello –Ehi! Sta più attenta!- disse brusco.
Sentivo i passi di Matty sul marmo del condominio –Ti prego! Portami via!- lo supplicai. Diede una rapida occhiata
dietro di me e poi a me. Molto
velocemente mise un braccio attorno alle mie spalle e mi portò lontana da Matty.
Io e il ragazzo ci confondemmo tra la
folla. Girò velocemente l’angolo. Stavamo facendo il giro del palazzo. Poco
dopo mi ritrovai davanti una Range Rover nera. Bellissima. Aprì l’auto e ci
salì, io ero immobilizzata –Che fai? Non
entri?- mi affrettai ad aprire la portiera e salire. Mise in moto e
partimmo senza avere una direzione specifica.
-Comunque io sono
Harry Styles…- lo guardai –Io sono
Emma…- tornai a guardare fuori dal finestrino oscurato –Posso chiamarti Em?- il cuore si
bloccò. Solo Louis poteva chiamarmi in quel modo. Aveva l’esclusiva. Lo guardai
incenerendolo con lo sguardo –okay…
vorrà dire che ti chiamerò Emma- disse sorridendo.
*SONO IO*
Allora...Ci sono dei cambiamenti... Ho chiesto ad una mia amica una "collaborazione".
Entrambe pubblicheremo qui i nostri racconti.
Lei scrive MOLTO meglio di me, e molto probabilmente, se avrà più successo di me, la ucciderò.
In poche parole: questo che avete appena letto è il mio racconto.
La protagonista è Emma, una ragazza fondamentalmente tranquilla ma anche lei ha i suoi momenti di "faccioquellochevoglio".
Matty è un pò troppo violento, ma saprà controllarsi.
Ovviamente non succederà nulla all'improvviso, ad esempio Matty e Emma si frequentano da otto mesi, solo con Harry le cose sembrano andare un pò troppo velocemente, ma è tutta apparenza.
BASTA! STO DICENDO TROPPO!
Vi lascio con le foto dei protagonisti:
Matty, Emma e Lilly ...Seriamente, devo mettervi anche le foto di Louis e Harry?!
Alla prossima!
(Mi firmerò #Hazzasmile)
#Hazzasmile
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