Me and You.
Forever Young.
Chapter II
-Dove stiamo
andando?- era mezz’ora che viaggiavamo –Stiamo facendo un giro…o vuoi tornare da quello?- m’irrigidii –No, preferisco girare a vuoto!- lui
notò la mia espressione piena di terrore –Non
ti avrà mica violentata?!- chiese iniziando ad innervosirsi –No…non gliene ho dato il tempo…- lui sospirò di sollievo
mentre io sbuffai.
-Ci fermiamo ad un
bar?- chiesi dopo un’ora di viaggio – Perché?!-
-Devo fare pipì! O
preferisci che te la faccia qui dentro questa macchina immacolata dalla Divina
concezione?!- a quel punto trovò un
bar e si fermò –Esci così!?- chiese
indicandomi
-Sì, perché?
Qualche problema?- dissi alzando un sopracciglio –Sì! Sei mezza nuda!- non lo stetti ad ascoltare e uscii dalla
macchina.
Un branco di uomini mi guardarono ammiccando, con un
gesto veloce feci scendere la maglia fino a metà coscia.
-Te lo avevo
detto!- disse lui alle mie spalle –Pure
tu potevi trovare un bar più decente!- lo rimproverai
-Veloce!-
disse incitandomi ad entrare nel bagno delle donne.
Quando uscii lo ritrovai appoggiato ad un palo della luce
mentre controllava il telefono –Possiamo
tornare a casa?- chiesi io una volta arrivata davanti a lui –Sì...-
Ci dirigemmo alla macchina e partimmo. Il telefono mi
squillò –Pronto?- chiesi
controvoglia –Ma dove sei finita?!-
era Jess, la mia compagna di banco. A scuola non ero amica di nessuno,
preferivo starmene per conto mio e leggere.
-Sono in giro…è
successo qualcosa?- le chiesi mentre Harry svoltava l’angolo –No, però nessuno sapeva che fine avessi
fatto! Matty mi ha mandato un messaggio!- disse alzando la voce –Matty ti ha contatta?- avevo pochissima
voce, a sentire quel nome mi sentivo male –sì…ci
sono rimasta male…come fa ad avere il mio numero?- non la stetti ad
ascoltare –Cosa ti ha detto?!-
-Mi ha chiesto
dove fossi…-
-E tu?!-
-Gli ho detto che
non lo sapevo!!! Mi sembri preoccupata… -
-No. E’ la tua impressione. Ciao-
Non le diedi il tempo di rispondere che le riattaccai il
telefono in faccia.
Matty mi stava cercando. Appoggiai la testa sul
finestrino fresco e presi fiato. Feci lunghi respiri per calmarmi.
-E’ successo
qualcosa?- si girò verso di me preoccupato –No. Riportami a casa.-
Quando arrivammo Matty era davanti al portone ad
aspettarmi.
-Merda! Non ti
fermare!- dissi quasi urlando. Senza obbiettare allungò il passo e
continuammo a fare giri a vuoto in città.
-Mi farai finire
tutta la benzina o pensi che ci potremmo fermare a mangiare qualcosa?-
Feci spallucce. Non sapevo che fare. Se Matty mi prendeva
per me era la fine.
Si fermò davanti ad uno Starbucks. Spense la macchina e
scendemmo. La gente mi fissava.
Allungai il passo ed entrai nell’edificio. Un odore di
caffè e dolci mi avvolse completamente. Presi posto ad un tavolo appartato,
nascosto e riservato. Harry arrivò con due tazze di caffè fumanti e un piattino
con dei biscotti al cioccolato a forma di cuore. Si mise seduto e iniziò a
sorseggiare il caffè.
-Pensi di tornare
a casa tua o vieni da me?- chiese ammiccando mentre nascondeva un leggero
sorriso
-Passare la notte
con te? AHAHAHAH NO!- presi un biscotto e iniziai a sgranocchiarlo –Felice di sapere che sei simpatica!- si
abbandonò sulla sedia e si guardò intorno –Scusa…-
era uno ‘scusa ‘ sospirato, di quelli che non senti –Non ti preoccupare- ma lui lo sentì forte e chiaro.
Da vicino era molto più bello. Aveva questi ricci quasi
perfetti, che incorniciavano gli occhi verdi, il tutto contornato da delle
labbra lunghe, abbastanza carnose e sempre con gli angoli rivolti verso l’alto,
segno di una persone ottimista.
Il telefono mi fece sobbalzare, era poggiato sul tavolino
rotondo in legno. Lo presi. Era Matty –Cazzo!-
Harry si sporse verso di me e mi fissò –E’
lui?- annuii con la testa e lo fissai a mia volta –Che faccio?- ci pensò un po’ su –Rispondi…almeno senti se è nervoso o meno-
Accettai la chiamata e con molta lentezza mi portai il
telefono all’orecchio –Pronto?-
chiesi con la voce che tremava –Se tra
dieci minuti non ti fai vedere, giuro che se ti incontro t’ammazzo!- era
stranamente calmo e la cosa mi preoccupava, sgranai gli occhi e mi morsi la
lingua, così forte da farmi uscire del sangue –Hai capito?!- ingoiai la saliva in eccesso –sì- dissi con un filo di
voce. Mi riattaccò in faccia.
-Che ti ha detto?-
chiese interessato – Ha detto che se non
torno da lui m’ammazza…- fissavo il vuoto, ero sconvolta. Matty non poteva
fare quelle cose.
Era un bravo ragazzo, una volta.
*Flashback*
-Ehi..- disse un ragazzo avvicinandosi a me.
Era un tipico pomeriggio autunnale. Pioveva e io me ne stavo al riparo sotto un
gazebo in un parco di cui ignoravo il nome. Alzai lo sguardo dal libro per poi
posarlo su quel Dio greco moro –Ciao
- dissi sorridendo –Ma non hai freddo a
stare qui fuori con solo un giacchettino?- si mise seduto al mio fianco –Sì, ma preferisco morire di freddo che
stare in casa…- lui stette zitto.
-Che cosa leggi?-
chiese mentre sbirciava la copertina – “Il
tango della vecchia guardia”- risposi sorridendogli. Ma cosa mi stava
succedendo? Solitamente ero sempre distaccata e fredda con la gente che
m’infastidiva, ma lui aveva come un potere su di me, era come se già conoscesse
il mio punto debole.
-Questa sera ti va
di uscire?- arrivò dritto al punto –Non
lo so…ti conosco sì e no da dieci secondi…-
-Dai che con me ti
diverti- disse strizzandomi l’occhio –No,
sul serio…non posso…ho da fare questa sera…-
-Non è che hai il
ragazzo?- chiese tutto allarmato –No,
diciamo che non sono una persona molto affettuosa, perciò la gente tende ad
allontanarsi da me-
-O sei tu che le
allontani?-
-Sei insistente,
lo sai questo?- gli chiesi sorridendo
-E dai! Solo per
questa sera!-
-No, sul serio. Ho
un compleanno-
-Portami con te!-
-Per te il ‘no’ è
un optional? …e va bene!- dissi esasperata
Lui s’alzò dalla panchina e mi tese la mano. Io, nel
frattempo, presi la borsa e ci misi dentro libro, poi afferrai la sua mano.
-Posso venire con
te?- avevamo appena attraversato il cancello del parco
-Va bene…- dissi
titubante –Dove vogliamo andare?-
chiese girandosi verso di me –Conviene
andare subito alla festa-
Arrivammo davanti il portone del mio condominio e tirai
fuori le chiavi di casa.
-Ma la festa è a
casa tua?- chiese perplesso –Ti
avevo detto che era meglio di no oggi-
-A questo punto
vengo insieme a te!- disse strizzandomi l’occhio
Aprii il portone ed entrammo. Il portiere mi salutò
mentre andavamo verso l’ascensore. Abitavo al settimo piano, le scale si
potevano fare in discesa non in salita, saresti arrivato con un polmone in
meno.
Nell’ascensore ci fu un silenzio assordante e
imbarazzante.
Ed eccolo lì. Il ‘ting’ che tanto attendevo.
Stavo portando a casa uno sconosciuto che c’avrebbe
potuto ammazzare tutti. Ma che cazzo avevo fatto?
-Cos’hai?-
chiese notando la mia espressione –Non
sei un assassino vero?- ma che scema. Se lo era, sicuramente non lo avrebbe
detto a me!
-No, stai
tranquilla- disse sfoderando un sorriso magnifico
Percorremmo, in silenzio, il lungo corridoio, fino a
ritrovarci davanti ad un portone di legno intarsiato. Aprii la porta ed
entrammo.
Era il compleanno di Louis. Tutti erano a prepararsi.
La mamma aveva invitato alcuni amici a casa. Dalla sua
stanza spuntò Louis che mi venne incontro abbracciandomi –AUGURI!!!!- dissi io
ricambiando l’abbraccio –Grazie, Em-
Si staccò da me e passò lo sguardo sul ragazzo.
-…e lui?- chiese
guardandolo dalla testa ai piedi
-Lui è…Oddio…non
so il tuo nome…-
-Sono Matty-
disse sorridendo
Louis gli fece un sorriso incerto e poi mi afferrò un
braccio e mi portò in camera sua –Ma sei
matta? Mamma s’arrabbierà se lo vede qui!- era arrabbiato –Ma che vuoi da me? E’ lui che si è
autoinvitato!-
-Adesso ti metti a
raccattare i ragazzi per strada?-
chiese incrociando le braccia sul petto e assumendo l’aria da cazzone –Anche se hai ventitré anni rimarrai lo
stesso deficiente che si è chiuso dentro la lavatrice a cinque anni.- ero
rassegnata, povero Louis, era un eterno bambino –Ma se tu neanche eri nata all’epoca!-
-Fine della storia
Tomlinson! Sei tonto. Il caso è chiuso e archiviato.-
-Vattene prima che
ti meni!- disse indicando la porta –AH!
E per la cronaca, io sono più bella di te- dissi per poi fargli la
linguaccia e sparire prima che una sua scarpa mi raggiungesse.
Tornai in soggiorno e trovai Matty stravaccato sul
divano.
-Fai anche come se
fossi a casa tua!-
-sìsì…Bellissima
casa! Ma quando inizia la festa?-
-Tra poco…devono
arrivare gli invitati-
Stava guardando fuori dalla finestra mentre sorseggiava
una bottiglia di birra fredda.
-Senti…ehm…io
dovrei andarmi a fare una doccia…ti prego non fare danni!-
-Sarò un
angioletto- disse facendo gli occhi dolci –Non mi far pentire di averti portato qui… AH! E’ una serata
elegante…non ti far trovare in quel modo da mia madre.- dissi
supplicandolo. A quel punto si ricompose e io andai in camera mia.
La casa aveva due piani.
Il primo prevedeva il soggiorno, la cucina, le tre camere
da letto e tre bagni. Mentre il secondo piano era per i nostri genitori. Perciò
off-limits.
Chiusi la porta, mi tolsi quello che avevo addosso. Ero
in intimo.
La mia stanza e quella di Louis erano comunicanti.
-Era da tanto che
non ti vedevo in mutande e reggiseno!- disse poggiandosi allo stipite della
porta delle nostre camere –Sono tanto
brutta perché?- chiesi guardandomi la pancia e le cosce –NO! Anzi! Sei cresciuta così tanto..-
si fece scappare una lacrima –Lou! NO,
ti prego non piangere!-
Gli andai incontro e lo strinsi forte a me. Singhiozzava
–Lou…dovrei essere io a farti certi
discorsi oggi…-
Alzò il viso e mi guardò sorridendo e poi mi lasciò
andare.
Andai nel mio bagno con lui la mio seguito.
Scansai la tendina della vasca e aprii l’acqua calda –Sei sicura che è un bravo ragazzo?- chiese sedendosi sul water –Io non ho detto che è un bravo ragazzo.-
mi stavo togliendo gli slip e lui, per rispetto, chiuse gli occhi, quando li
riaprì ero già sotto la doccia.
-E se mi fa fare
brutta figura?- chiese preoccupato
-Ma no! Mi ci
metto io vicino a lui, non aprirà neanche bocca, te lo assicuro!-
-se lo dici tu…-
-Ma sì! Vedrai che
il rettore ti prenderà sotto la sua ala protettiva e ti laureerai con il massimo dei voti più la lode!- ero
uscita dalla doccia e Lou mi porgeva un asciugamano dove mi avvolsi.
Prima di uscire per lasciarmi sola mi diede un bacio
sulla fronte –Ti voglio bene Em.- e
se ne andò.
Mi specchiai, non ero neanche truccata. Quella mattina
ero scappata di casa senza neanche salutare Lou, ma la mamma continuava a
dirmene di tutti i colori. Odiavo quando mi offendeva, le volevo bene ma doveva
anche imparare a fidarsi di me.
Slegai i capelli stretti in una coda di cavallo e mi
diedi una truccata. Una passata di fondotinta e cipria con un filo di eyeliner.
Uscii dal bagno e andai in camera aprendo l’armadio, da
dove estrassi un tubino nero con maniche lunghe, arrivava un pochino più in
basso di metà coscia. Appropriato per una ragazza della mia età e della situazione
che lo richiedeva.
Il rettore di Cambridge sarebbe venuto con sua moglie. I
miei lo avevano invitato per fare un favore a Lilly e Lou, si trattava più di
un incontro di “lavoro” che di piacere.
Presi delle semplicissime ballerine rosse di velluto a pelo
basso.
Uscii dalla camera e trovai Matty e Lou a parlare e
scherzare sul divano. Mi avvicinai a loro e mi misi in mezzo sorridendo –Che si dice, bella gente?- entrambi mi
guardarono straniti –Non è che tutte
quelle schifezze che ti metti in faccia sono penetrate nel cervello?-
chiese Louis –Cretino.- riposi
mettendo il broncio.
La porta dietro le nostre spalle si aprì e comparirono
Lilly, mamma e papà, che appena videro il nuovo arrivo, smisero di ridere –Lui chi è?- chiese mamma indicandolo –Mamma lui è Matty, un amico di Em…l’ho
voluto far restare io- disse Louis per proteggermi, sapeva che se lo avessi
detto io mamma mi avrebbe fucilata in quell’istante.
Matty s’alzò dal divano ed andò a presentarsi
ringraziando per l’accoglienza.
La tavola era stata apparecchiata dalla nostra
domestica/cuoca. Aveva una semplice tovaglia color panna, sedie, imbottite,
dello stesso colore; piatti di porcellana con decori oro; bicchieri di
cristallo e calici; posate in argento e tovaglioli in lino.
Era tutto perfetto, mancavano solo gli invitati.
-Dove mi metto io?-
chiese Matty avvicinandosi al mio orecchio poggiando una mano dietro il punto
vita
–Vicino a me- dissi sorridendo
Gli invitati arrivarono.
Scoprimmo tutti che Matty frequentava Cambridge e suo
padre faceva parte del comitato per la beneficenza di quell’anno. In poche
parole Matty era un figlio di papà a tutti gli effetti.
Era ricco, proveniva da una famiglia importante ed era
uno degli studenti più bravi. Aveva due anni in più a me.
A fine cena, la quale fu stranamente piacevole e
divertente, mamma mi consigliò di andare in camera mia perché i “grandi”
dovevano discutere di cose serie. La cosa che mi diede molto fastidio fu il
fatto che Matty lo avevano invitato a restare, mentre io, membro della famiglia
a tutti gli effetti, ero pregata di andarmene a fanculo, cosa che feci senza
problemi.
Chiusi la porta della stanza e tolsi le ballerine,
slacciai la lampo del vestito e mi stesi sul letto, mi ci buttai come un sacco
di patate alzando le braccia in aria. Feci dei lunghi respiri e rimasi in
quella posizione per molto tempo.
Sentii dei passi avvicinarsi alla mia stanza; pensando
fosse Lou non mi coprii, ma ovviamente, con la sfiga che mi perseguitava, mi
ritrovai davanti Matty che rideva come un matto –Che ce?!- chiesi brusca senza spostarmi neanche di un millimetro –Volevo chiederti se ti andava di uscire e
andare ad un pub- chiese ancora con il sorriso sulle labbra.
Mi tirai su e lo osservai attentamente –Lo hai chiesto a mamma?- chiesi
strizzando gli occhi per metterlo in soggezione, ma sembrava non accorgersene –sì, e ha detto che per lei va bene. Vedi?
Le sono piaciuto- disse strizzando l’occhio –Non ti gasare troppo! Sei sempre in tempo per essere segnato sulla
lista nera- lo avvertii –Ne sono
consapevole. Veloce a prepararti! Ti aspetto di là-
Uscì dalla stanza e tornò in soggiorno.
Mi alzai controvoglia dal letto matrimoniale e presi,
senza neanche guardare, degli skinny jeans celesti, un maglione con stampa
floreale tropicale e delle Nike verdi lime. Abbinamento orrendo, ma non
m’importava molto. Uscii dalla stanza con in mano il mio giacchetto di pelle
imbottita di pelliccia –Siamo pronti?-
chiesi a Matty che stava ridendo insieme a Lou. Entrambi si girarono verso di
me e mi guardarono –Dovrò dire a mamma
di cambiarti la lampadina in camera- disse Lou –Perché?- chiesi perplessa - Ti ha vomitato addosso un ornitorinco?-
chiese sempre Lou – ah-ah Come sei
simpatico! Andiamo?!- chiesi a Matty che prese il suo giubbotto.
-Sta attenta-
Lou mi abbracciò e me lo sussurrò all’orecchio, annuii e basta. Ero sempre
attenta.
Uscimmo di casa e ci dirigemmo ad un pub in centro.
Quando arrivammo un gruppo di persone ci raggiunse
andando a salutare Matty.
Conosceva tutti e tutti conoscevano lui, probabilmente
era un cliente abituale. Mi portò in un angolo molto più tranquillo e privato,
io rimasi zitta e lui mi evitò per tutta la sera.
Alle due del mattino i suoi amici se ne andarono
lasciandoci soli, urlai di gioia dentro di me. Approfittando di quel momento di
tranquillità presi fra le mie mani la sua testa
e lo baciai, lui rispose senza problemi. Socchiusi le labbra per far
capire il mio intento.
Eravamo su dei divanetti
e io mi ci ero quasi spalmata sopra. Dopo circa dieci secondi ero
completamente stesa sotto di lui.
-Dovremmo andarci
più piano- dissi io tra un bacio e l’altro, si bloccò subito e mi aiutò a
tirarmi su. Iniziammo a ridere.
Cominciammo a parlare e conoscerci di più. Mi trovavo
bene in sua compagnia.
Si fecero le tre del mattino –Matty, io dovrei tornare a casa- storsi la bocca, non mi andava di
allontanarmi da lui –Ma certo, non
vorrei far arrabbiare tua madre!- iniziai a ridere come un’idiota.
Mi riportò a casa; quando ci ritrovammo davanti al
portone iniziai a giocare con le chiavi –Qualcosa
mi dice che non hai molta voglia di rientrare- mi cinse la vita e mi portò
verso di lui e da lì iniziò un bacio lungo e sensuale che poco dopo mi portò
direttamente nel suo letto.
Eravamo entrambi sudati e appiccicosi.
Ero stesa al suo fianco e fissavo il soffitto sorridendo,
lui si avvicinò a me e mi baciò l’angolo della bocca, girai la testa e le
nostre labbra si ritrovarono.
*Fine flashback*
-Ma sicuramente lo ha detto solo per
metterti paura…non lo farà sul serio. Vero?- Harry cercò di
tranquillizzarmi, ma conoscendo Matty tutto era possibile. Storsi la bocca e
feci spallucce –Mi conviene tornare da
lui- lui non obbiettò. Finimmo di mangiare con calma, sapendo che Matty non
se ne sarebbe andato molto presto.
Dopo un’ora mi ritrovai faccia a faccia con Matty, Harry
mi aveva fatto scendere qualche metro prima per non farci vedere, onde evitare
altri litigi.
-Dove sei stata?-
era ancora arrabbiato, ma si controllava meglio –In giro…Almeno la prossima volta stai più attento. Matty se succede
un’altra cosa del genere ti giuro che prima ti lascio, poi ti taglio le palle e
alla fine ti denuncio! Sta molto attento a quello che fai e a quello che dici a
me e in mia presenza. Non mi faccio sottomettere da nessuno io. Perciò tu con i
tuoi amici puoi fare il cazzone ma non con me.- sputai quelle parole pieni
di verità e avvertimenti. Doveva sapere che se lui era violento io ero peggio.
-Scusami- mi
strinse a se –Non succederà più…lo giuro-
poggiò le labbra su i miei capelli e aspirò il loro profumo. Da lì iniziarono
dei lunghi baci.
Erano le quattro del pomeriggio e noi eravamo nel mio
letto a fare l’amore.
Con lui tutto diventava più intenso, quasi proibito. Se
c’era lui con me, io mi sentivo completa.
Proprio sul più bello Louis aprì la porta delle nostre
stanze comunicanti e ci fissò.
Io ero sopra Matty, nuda e sudata –Em?!.. ODDIO! SCUSATE!- urlò prima di chiudere la porta.
Erano mesi che non tornava a casa, cosa ci faceva lì?
Scesi da Matty che disapprovò trattenendomi sopra di lui –Matty…dai, non vedo Lou da mesi…- lo supplicai.
Mi liberò e di corsa presi la vestaglia di seta bianca e
andai in soggiorno dove trovai Lou che si scolava una birra senza riprendere
fiato –Lou…- mi stavo avvicinando a
lui, che accorgendosi della mia presenza si strozzò con la birra. Gli diedi dei
colpi dietro la schiena.
-Scusa, Em. Avevo
sentito dei rumori, non pensavo che stavi con Matty. Di solito lo facevate a
casa sua!- era appoggiato al lavandino mentre cercava di riprendere fiato –Sì, lo so. È che abbiamo discusso e poi,
sai com’è no?- lui annuì ancora sconvolto –Non me lo dai un abbraccio, Lou?- allargai le braccia e lui sorrise
venendomi incontro.
Quanto mi mancava il suo profumo, un suo contatto fisico,
mi mancava tutto di lui.
-Mi sei mancata Em-
strinse sempre di più la presa –Lou!!
Così mi soffochi- ridemmo insieme. Matty uscì dalla mia stanza con una mano
tra i capelli, aveva solo i suo jeans a vita bassa e s’intravedevano i boxer a
quadretti viola e bianchi –Louis!-
si salutarono con il classico saluto da macho.
Louis porse una bottiglia di birra fredda a Matty che
l’accetto tranquillamente.
-Io mi vado a
mettere qualcosa che non sia solo la mia pelle- partii e andai in camera.
Diedi una sistemata al letto, poi aprii il cassetto della
biancheria e tirai fuori il primo paio di mutande che trovai.
Tornai in soggiorno con un paio di calzoncini della tuta
e una T-shirt di Matty che lasciava sempre a casa mia per qualsiasi evenienza,
ovviamente diventò la mia.
Sprofondai in mezzo a loro e mi strinsi a Matty –Sbaglio o sono io tuo fratello?!-
chiese Lou con finto tono da offeso – Lou,
ce l’hai la ragazza?- sgranò gli occhi alla mia domanda e poi annuì –Ecco. Pensa quando non riesce a raggiungere
l’orgasmo perché suo fratello vi ha interrotti. Come si potrebbe sentire lei?-
Louis finì per strozzarsi di nuovo con un sorso di birra,
mentre Matty rideva sotto i baffi –Ti ho
fatto una domanda Louis.- gli battei leggermente la schiena per non farlo
morire soffocato –E’ figlia unica.-
disse asciugandosi la bocca con il dorso della mano –Lou!- lo incitai a rispondermi -…Non sarebbe felice…- disse facendo spallucce -..e..?-
-E poi a te che ti
frega!?- disse lui prima di andarsene in cucina –Era solo per farti capire che ho bisogno di un contatto fisico! Ma non
il tuo, Lou!- dissi urlando per farmi sentire.
-Che stronza che
sei!- passò dietro di noi e si rinchiuse in camera sua –Si è offeso?- indicò la porta
–Forse…Ti conviene
andare, deve essergli successo qualcosa.-
-Gli serve la sua
sorellina- mi stava sfottendo –MATTY!-
-Che c’è?!?-
-Già te l’ho
detto. Fai poco il cazzone con me!- sbuffò e si alzò insieme a me –Ti mando un messaggio più tardi- dissi
alzandomi sulle mezze punte per dargli un bacio -..mh…esigo un secondo round- mi soffiò sulle labbra –Non oggi…domani- lo sentii sbuffare.
Mi diede una pacca sul culo e se ne andò via mentre
s’infilava la sua felpona.
Buttai la bottiglia vuota di birra che aveva appena
bevuto Matty e andai in camera di Louis.
*SONO IO*
Bella gente (?), che si dice?
Allora...in questa FF sono presenti molti flashback. Servono per capire meglio il tutto.
Non ho altro da dirvi...Ciao Ciao!
#Hazzasmile
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