giovedì 10 luglio 2014

Me and You.
Forever Young.



Chapter II


-Dove stiamo andando?- era mezz’ora che viaggiavamo –Stiamo facendo un giro…o vuoi tornare da quello?- m’irrigidii –No, preferisco girare a vuoto!- lui notò la mia espressione piena di terrore –Non ti avrà mica violentata?!- chiese iniziando ad innervosirsi –No…non gliene  ho dato il tempo…- lui sospirò di sollievo mentre io sbuffai.
-Ci fermiamo ad un bar?- chiesi dopo un’ora di viaggio – Perché?!-
-Devo fare pipì! O preferisci che te la faccia qui dentro questa macchina immacolata dalla Divina concezione?!-  a quel punto trovò un bar e si fermò –Esci così!?- chiese indicandomi
-Sì, perché? Qualche problema?- dissi alzando un sopracciglio –Sì! Sei mezza nuda!- non lo stetti ad ascoltare e uscii dalla macchina.
Un branco di uomini mi guardarono ammiccando, con un gesto veloce feci scendere la maglia fino a metà coscia.
-Te lo avevo detto!- disse lui alle mie spalle –Pure tu potevi trovare un bar più decente!- lo rimproverai
-Veloce!- disse incitandomi ad entrare nel bagno delle donne.
Quando uscii lo ritrovai appoggiato ad un palo della luce mentre controllava il telefono –Possiamo tornare a casa?- chiesi io una volta arrivata davanti a lui –Sì...-
Ci dirigemmo alla macchina e partimmo. Il telefono mi squillò –Pronto?- chiesi controvoglia –Ma dove sei finita?!- era Jess, la mia compagna di banco. A scuola non ero amica di nessuno, preferivo starmene per conto mio e leggere.
-Sono in giro…è successo qualcosa?- le chiesi mentre Harry svoltava l’angolo –No, però nessuno sapeva che fine avessi fatto! Matty mi ha mandato un messaggio!- disse alzando la voce –Matty ti ha contatta?- avevo pochissima voce, a sentire quel nome mi sentivo male –sì…ci sono rimasta male…come fa ad avere il mio numero?- non la stetti ad ascoltare –Cosa ti ha detto?!-
-Mi ha chiesto dove fossi…-
-E tu?!-
-Gli ho detto che non lo sapevo!!! Mi sembri preoccupata… -
-No.  E’ la tua impressione. Ciao-
Non le diedi il tempo di rispondere che le riattaccai il telefono in faccia.
Matty mi stava cercando. Appoggiai la testa sul finestrino fresco e presi fiato. Feci lunghi respiri per calmarmi.
-E’ successo qualcosa?- si girò verso di me preoccupato –No. Riportami a casa.-
Quando arrivammo Matty era davanti al portone ad aspettarmi.
-Merda! Non ti fermare!- dissi quasi urlando. Senza obbiettare allungò il passo e continuammo a fare giri a vuoto in città.
-Mi farai finire tutta la benzina o pensi che ci potremmo fermare a mangiare qualcosa?-
Feci spallucce. Non sapevo che fare. Se Matty mi prendeva per me era la fine.
Si fermò davanti ad uno Starbucks. Spense la macchina e scendemmo. La gente mi fissava.
Allungai il passo ed entrai nell’edificio. Un odore di caffè e dolci mi avvolse completamente. Presi posto ad un tavolo appartato, nascosto e riservato. Harry arrivò con due tazze di caffè fumanti e un piattino con dei biscotti al cioccolato a forma di cuore. Si mise seduto e iniziò a sorseggiare il caffè.
-Pensi di tornare a casa tua o vieni da me?- chiese ammiccando mentre nascondeva un leggero sorriso
-Passare la notte con te? AHAHAHAH NO!- presi un biscotto e iniziai a sgranocchiarlo –Felice di sapere che sei simpatica!- si abbandonò sulla sedia e si guardò intorno –Scusa…- era uno ‘scusa ‘ sospirato, di quelli che non senti –Non ti preoccupare- ma lui lo sentì forte e chiaro.
Da vicino era molto più bello. Aveva questi ricci quasi perfetti, che incorniciavano gli occhi verdi, il tutto contornato da delle labbra lunghe, abbastanza carnose e sempre con gli angoli rivolti verso l’alto, segno di una persone ottimista.
Il telefono mi fece sobbalzare, era poggiato sul tavolino rotondo in legno. Lo presi. Era Matty –Cazzo!- Harry si sporse verso di me e mi fissò –E’ lui?- annuii con la testa e lo fissai a mia volta –Che faccio?- ci pensò un po’ su –Rispondi…almeno senti se è nervoso o meno-
Accettai la chiamata e con molta lentezza mi portai il telefono all’orecchio –Pronto?- chiesi con la voce che tremava –Se tra dieci minuti non ti fai vedere, giuro che se ti incontro t’ammazzo!- era stranamente calmo e la cosa mi preoccupava, sgranai gli occhi e mi morsi la lingua, così forte da farmi uscire del sangue –Hai capito?!- ingoiai la saliva in eccesso –-  dissi con un filo di voce. Mi riattaccò in faccia.
-Che ti ha detto?- chiese interessato – Ha detto che se non torno da lui m’ammazza…- fissavo il vuoto, ero sconvolta. Matty non poteva fare quelle cose.
Era un bravo ragazzo, una volta.

*Flashback*

-Ehi..- disse un ragazzo avvicinandosi a me. Era un tipico pomeriggio autunnale. Pioveva e io me ne stavo al riparo sotto un gazebo in un parco di cui ignoravo il nome. Alzai lo sguardo dal libro per poi posarlo su quel Dio greco moro –Ciao - dissi sorridendo –Ma non hai freddo a stare qui fuori con solo un giacchettino?- si mise seduto al mio fianco –Sì, ma preferisco morire di freddo che stare in casa…- lui stette zitto.
-Che cosa leggi?- chiese mentre sbirciava la copertina – “Il tango della vecchia guardia”- risposi sorridendogli. Ma cosa mi stava succedendo? Solitamente ero sempre distaccata e fredda con la gente che m’infastidiva, ma lui aveva come un potere su di me, era come se già conoscesse il mio punto debole.
-Questa sera ti va di uscire?- arrivò dritto al punto –Non lo so…ti conosco sì e no da dieci secondi…-
-Dai che con me ti diverti- disse strizzandomi l’occhio –No, sul serio…non posso…ho da fare questa sera…-
-Non è che hai il ragazzo?- chiese tutto allarmato –No, diciamo che non sono una persona molto affettuosa, perciò la gente tende ad allontanarsi da me-
-O sei tu che le allontani?-
-Sei insistente, lo sai questo?- gli chiesi sorridendo
-E dai! Solo per questa sera!-
-No, sul serio. Ho un compleanno-
-Portami con te!-
-Per te il ‘no’ è un optional? …e va bene!- dissi esasperata
Lui s’alzò dalla panchina e mi tese la mano. Io, nel frattempo, presi la borsa e ci misi dentro libro, poi afferrai la sua mano.
-Posso venire con te?- avevamo appena attraversato il cancello del parco
-Va bene…- dissi titubante –Dove vogliamo andare?- chiese girandosi verso di me –Conviene andare subito alla festa-
Arrivammo davanti il portone del mio condominio e tirai fuori le chiavi di casa.
-Ma la festa è a casa tua?- chiese perplesso –Ti avevo detto che era meglio di no oggi-
-A questo punto vengo insieme a te!- disse strizzandomi l’occhio
Aprii il portone ed entrammo. Il portiere mi salutò mentre andavamo verso l’ascensore. Abitavo al settimo piano, le scale si potevano fare in discesa non in salita, saresti arrivato con un polmone in meno.
Nell’ascensore ci fu un silenzio assordante e imbarazzante.
Ed eccolo lì. Il ‘ting’ che tanto attendevo.
Stavo portando a casa uno sconosciuto che c’avrebbe potuto ammazzare tutti. Ma che cazzo avevo fatto?
-Cos’hai?- chiese notando la mia espressione –Non sei un assassino vero?- ma che scema. Se lo era, sicuramente non lo avrebbe detto a me!
-No, stai tranquilla- disse sfoderando un sorriso magnifico
Percorremmo, in silenzio, il lungo corridoio, fino a ritrovarci davanti ad un portone di legno intarsiato. Aprii la porta ed entrammo.
Era il compleanno di Louis. Tutti erano a prepararsi.
La mamma aveva invitato alcuni amici a casa. Dalla sua stanza spuntò Louis che mi venne incontro abbracciandomi –AUGURI!!!!-  dissi io ricambiando l’abbraccio –Grazie, Em-
Si staccò da me e passò lo sguardo sul ragazzo.
-…e lui?- chiese guardandolo dalla testa ai piedi
-Lui è…Oddio…non so il tuo nome…-
-Sono Matty- disse sorridendo
Louis gli fece un sorriso incerto e poi mi afferrò un braccio e mi portò in camera sua –Ma sei matta? Mamma s’arrabbierà se lo vede qui!- era arrabbiato –Ma che vuoi da me? E’ lui che si è autoinvitato!-
-Adesso ti metti a raccattare i ragazzi per strada?-  chiese incrociando le braccia sul petto e assumendo l’aria da cazzone –Anche se hai ventitré anni rimarrai lo stesso deficiente che si è chiuso dentro la lavatrice a cinque anni.- ero rassegnata, povero Louis, era un eterno bambino –Ma se tu neanche eri nata all’epoca!-
-Fine della storia Tomlinson! Sei tonto. Il caso è chiuso e archiviato.-
-Vattene prima che ti meni!- disse indicando la porta –AH! E per la cronaca, io sono più bella di te- dissi per poi fargli la linguaccia e sparire prima che una sua scarpa mi raggiungesse.
Tornai in soggiorno e trovai Matty stravaccato sul divano.
-Fai anche come se fossi a casa tua!-
-sìsì…Bellissima casa! Ma quando inizia la festa?-
-Tra poco…devono arrivare gli invitati-
Stava guardando fuori dalla finestra mentre sorseggiava una bottiglia di birra fredda.
-Senti…ehm…io dovrei andarmi a fare una doccia…ti prego non fare danni!-
-Sarò un angioletto- disse facendo gli occhi dolci –Non mi far pentire di averti portato qui… AH! E’ una serata elegante…non ti far trovare in quel modo da mia madre.- dissi supplicandolo. A quel punto si ricompose e io andai in camera mia.
La casa aveva due piani.
Il primo prevedeva il soggiorno, la cucina, le tre camere da letto e tre bagni. Mentre il secondo piano era per i nostri genitori. Perciò  off-limits.
Chiusi la porta, mi tolsi quello che avevo addosso. Ero in intimo.
La mia stanza e quella di Louis erano comunicanti.
-Era da tanto che non ti vedevo in mutande e reggiseno!- disse poggiandosi allo stipite della porta delle nostre camere –Sono tanto brutta perché?- chiesi guardandomi la pancia e le cosce –NO! Anzi! Sei cresciuta così tanto..- si fece scappare una lacrima –Lou! NO, ti prego non piangere!-
Gli andai incontro e lo strinsi forte a me. Singhiozzava –Lou…dovrei essere io a farti certi discorsi oggi…-
Alzò il viso e mi guardò sorridendo e poi mi lasciò andare.
Andai nel mio bagno con lui la mio seguito.
Scansai la tendina della vasca  e aprii l’acqua calda –Sei sicura che è un bravo ragazzo?- chiese sedendosi sul water –Io non ho detto che è un bravo ragazzo.- mi stavo togliendo gli slip e lui, per rispetto, chiuse gli occhi, quando li riaprì ero già sotto la doccia.
-E se mi fa fare brutta figura?- chiese preoccupato
-Ma no! Mi ci metto io vicino a lui, non aprirà neanche bocca, te lo assicuro!-
-se lo dici tu…-
-Ma sì! Vedrai che il rettore ti prenderà sotto la sua ala protettiva e ti laureerai  con il massimo dei voti più la lode!- ero uscita dalla doccia e Lou mi porgeva un asciugamano dove mi avvolsi.
Prima di uscire per lasciarmi sola mi diede un bacio sulla fronte –Ti voglio bene Em.- e se ne andò.
Mi specchiai, non ero neanche truccata. Quella mattina ero scappata di casa senza neanche salutare Lou, ma la mamma continuava a dirmene di tutti i colori. Odiavo quando mi offendeva, le volevo bene ma doveva anche imparare a fidarsi di me.
Slegai i capelli stretti in una coda di cavallo e mi diedi una truccata. Una passata di fondotinta e cipria con un filo di eyeliner.
Uscii dal bagno e andai in camera aprendo l’armadio, da dove estrassi un tubino nero con maniche lunghe, arrivava un pochino più in basso di metà coscia. Appropriato per una ragazza della mia età e della situazione che lo richiedeva.
Il rettore di Cambridge sarebbe venuto con sua moglie. I miei lo avevano invitato per fare un favore a Lilly e Lou, si trattava più di un incontro di “lavoro” che di piacere.
Presi delle semplicissime ballerine rosse di velluto a pelo basso.
Uscii dalla camera e trovai Matty e Lou a parlare e scherzare sul divano. Mi avvicinai a loro e mi misi in mezzo sorridendo –Che si dice, bella gente?- entrambi mi guardarono straniti –Non è che tutte quelle schifezze che ti metti in faccia sono penetrate nel cervello?- chiese Louis –Cretino.- riposi mettendo il broncio.
La porta dietro le nostre spalle si aprì e comparirono Lilly, mamma e papà, che appena videro il nuovo arrivo, smisero di ridere –Lui chi è?- chiese mamma indicandolo –Mamma lui è Matty, un amico di Em…l’ho voluto far restare io- disse Louis per proteggermi, sapeva che se lo avessi detto io mamma mi avrebbe fucilata in quell’istante.
Matty s’alzò dal divano ed andò a presentarsi ringraziando per l’accoglienza.
La tavola era stata apparecchiata dalla nostra domestica/cuoca. Aveva una semplice tovaglia color panna, sedie, imbottite, dello stesso colore; piatti di porcellana con decori oro; bicchieri di cristallo e calici; posate in argento e tovaglioli in lino.
Era tutto perfetto, mancavano solo gli invitati.
-Dove mi metto io?- chiese Matty avvicinandosi al mio orecchio poggiando una mano dietro il punto vita
Vicino  a me- dissi sorridendo
Gli invitati arrivarono.
Scoprimmo tutti che Matty frequentava Cambridge e suo padre faceva parte del comitato per la beneficenza di quell’anno. In poche parole Matty era un figlio di papà a tutti gli effetti.
Era ricco, proveniva da una famiglia importante ed era uno degli studenti più bravi. Aveva due anni in più a me.
A fine cena, la quale fu stranamente piacevole e divertente, mamma mi consigliò di andare in camera mia perché i “grandi” dovevano discutere di cose serie. La cosa che mi diede molto fastidio fu il fatto che Matty lo avevano invitato a restare, mentre io, membro della famiglia a tutti gli effetti, ero pregata di andarmene a fanculo, cosa che feci senza problemi.
Chiusi la porta della stanza e tolsi le ballerine, slacciai la lampo del vestito e mi stesi sul letto, mi ci buttai come un sacco di patate alzando le braccia in aria. Feci dei lunghi respiri e rimasi in quella posizione per molto tempo.
Sentii dei passi avvicinarsi alla mia stanza; pensando fosse Lou non mi coprii, ma ovviamente, con la sfiga che mi perseguitava, mi ritrovai davanti Matty che rideva come un matto –Che ce?!- chiesi brusca senza spostarmi neanche di un millimetro –Volevo chiederti se ti andava di uscire e andare ad un pub- chiese ancora con il sorriso sulle labbra.
Mi tirai su e lo osservai attentamente –Lo hai chiesto a mamma?- chiesi strizzando gli occhi per metterlo in soggezione, ma sembrava non accorgersene –sì, e ha detto che per lei va bene. Vedi? Le sono piaciuto- disse strizzando l’occhio –Non ti gasare troppo! Sei sempre in tempo per essere segnato sulla lista nera- lo avvertii –Ne sono consapevole. Veloce a prepararti! Ti aspetto di là-
Uscì dalla stanza e tornò in soggiorno.
Mi alzai controvoglia dal letto matrimoniale e presi, senza neanche guardare, degli skinny jeans celesti, un maglione con stampa floreale tropicale e delle Nike verdi lime. Abbinamento orrendo, ma non m’importava molto. Uscii dalla stanza con in mano il mio giacchetto di pelle imbottita di pelliccia –Siamo pronti?- chiesi a Matty che stava ridendo insieme a Lou. Entrambi si girarono verso di me e mi guardarono –Dovrò dire a mamma di cambiarti la lampadina in camera- disse Lou –Perché?- chiesi perplessa  - Ti ha vomitato addosso un ornitorinco?- chiese sempre Lou – ah-ah Come sei simpatico! Andiamo?!- chiesi a Matty che prese il suo giubbotto.
-Sta attenta- Lou mi abbracciò e me lo sussurrò all’orecchio, annuii e basta. Ero sempre attenta.
Uscimmo di casa e ci dirigemmo ad un pub in centro.
Quando arrivammo un gruppo di persone ci raggiunse andando a salutare Matty.
Conosceva tutti e tutti conoscevano lui, probabilmente era un cliente abituale. Mi portò in un angolo molto più tranquillo e privato, io rimasi zitta e lui mi evitò per tutta la sera.
Alle due del mattino i suoi amici se ne andarono lasciandoci soli, urlai di gioia dentro di me. Approfittando di quel momento di tranquillità presi fra le mie mani la sua testa  e lo baciai, lui rispose senza problemi. Socchiusi le labbra per far capire il mio intento.
Eravamo su dei divanetti  e io mi ci ero quasi spalmata sopra. Dopo circa dieci secondi ero completamente stesa sotto di lui.
-Dovremmo andarci più piano- dissi io tra un bacio e l’altro, si bloccò subito e mi aiutò a tirarmi su. Iniziammo a ridere.
Cominciammo a parlare e conoscerci di più. Mi trovavo bene in sua compagnia.
Si fecero le tre del mattino –Matty, io dovrei tornare a casa- storsi la bocca, non mi andava di allontanarmi da lui –Ma certo, non vorrei far arrabbiare tua madre!- iniziai a ridere come un’idiota.
Mi riportò a casa; quando ci ritrovammo davanti al portone iniziai a giocare con le chiavi –Qualcosa mi dice che non hai molta voglia di rientrare- mi cinse la vita e mi portò verso di lui e da lì iniziò un bacio lungo e sensuale che poco dopo mi portò direttamente nel suo letto.
Eravamo entrambi sudati e appiccicosi.
Ero stesa al suo fianco e fissavo il soffitto sorridendo, lui si avvicinò a me e mi baciò l’angolo della bocca, girai la testa e le nostre labbra si ritrovarono.

*Fine flashback*

 -Ma sicuramente lo ha detto solo per metterti paura…non lo farà sul serio. Vero?- Harry cercò di tranquillizzarmi, ma conoscendo Matty tutto era possibile. Storsi la bocca e feci spallucce –Mi conviene tornare da lui- lui non obbiettò. Finimmo di mangiare con calma, sapendo che Matty non se ne sarebbe andato molto presto.
Dopo un’ora mi ritrovai faccia a faccia con Matty, Harry mi aveva fatto scendere qualche metro prima per non farci vedere, onde evitare altri  litigi.
-Dove sei stata?- era ancora arrabbiato, ma si controllava meglio –In giro…Almeno la prossima volta stai più attento. Matty se succede un’altra cosa del genere ti giuro che prima ti lascio, poi ti taglio le palle e alla fine ti denuncio! Sta molto attento a quello che fai e a quello che dici a me e in mia presenza. Non mi faccio sottomettere da nessuno io. Perciò tu con i tuoi amici puoi fare il cazzone ma non con me.- sputai quelle parole pieni di verità e avvertimenti. Doveva sapere che se lui era violento io ero peggio.
-Scusami- mi strinse a se –Non succederà più…lo giuro- poggiò le labbra su i miei capelli e aspirò il loro profumo. Da lì iniziarono dei lunghi baci.
Erano le quattro del pomeriggio e noi eravamo nel mio letto a fare l’amore.
Con lui tutto diventava più intenso, quasi proibito. Se c’era lui con me, io mi sentivo completa.
Proprio sul più bello Louis aprì la porta delle nostre stanze comunicanti e ci fissò.
Io ero sopra Matty, nuda e sudata –Em?!.. ODDIO! SCUSATE!- urlò prima di chiudere la porta.
Erano mesi che non tornava a casa, cosa ci faceva lì? Scesi da Matty che disapprovò trattenendomi sopra di lui –Matty…dai, non vedo Lou da mesi…- lo supplicai.
Mi liberò e di corsa presi la vestaglia di seta bianca e andai in soggiorno dove trovai Lou che si scolava una birra senza riprendere fiato –Lou…- mi stavo avvicinando a lui, che accorgendosi della mia presenza si strozzò con la birra. Gli diedi dei colpi dietro la schiena.
-Scusa, Em. Avevo sentito dei rumori, non pensavo che stavi con Matty. Di solito lo facevate a casa sua!- era appoggiato al lavandino mentre cercava di riprendere fiato –Sì, lo so. È che abbiamo discusso e poi, sai com’è no?- lui annuì ancora sconvolto –Non me lo dai un abbraccio, Lou?- allargai le braccia e lui sorrise venendomi incontro.
Quanto mi mancava il suo profumo, un suo contatto fisico, mi mancava tutto di lui.
-Mi sei mancata Em- strinse sempre di più la presa –Lou!! Così mi soffochi- ridemmo insieme. Matty uscì dalla mia stanza con una mano tra i capelli, aveva solo i suo jeans a vita bassa e s’intravedevano i boxer a quadretti viola e bianchi –Louis!- si salutarono con il classico saluto da macho.
Louis porse una bottiglia di birra fredda a Matty che l’accetto tranquillamente.
-Io mi vado a mettere qualcosa che non sia solo la mia pelle- partii e andai in camera.
Diedi una sistemata al letto, poi aprii il cassetto della biancheria e tirai fuori il primo paio di mutande che trovai.
Tornai in soggiorno con un paio di calzoncini della tuta e una T-shirt di Matty che lasciava sempre a casa mia per qualsiasi evenienza, ovviamente diventò la mia.
Sprofondai in mezzo a loro e mi strinsi a Matty –Sbaglio o sono io tuo fratello?!- chiese Lou con finto tono da offeso – Lou, ce l’hai la ragazza?- sgranò gli occhi alla mia domanda e poi annuì –Ecco. Pensa quando non riesce a raggiungere l’orgasmo perché suo fratello vi ha interrotti. Come si potrebbe sentire lei?-
Louis finì per strozzarsi di nuovo con un sorso di birra, mentre Matty rideva sotto i baffi –Ti ho fatto una domanda Louis.- gli battei leggermente la schiena per non farlo morire soffocato –E’ figlia unica.- disse asciugandosi la bocca con il dorso della mano –Lou!- lo incitai a rispondermi -…Non sarebbe felice…- disse facendo spallucce -..e..?-
-E poi a te che ti frega!?- disse lui prima di andarsene in cucina –Era solo per farti capire che ho bisogno di un contatto fisico! Ma non il tuo, Lou!- dissi urlando per farmi sentire.
-Che stronza che sei!- passò dietro di noi e si rinchiuse in camera sua –Si è offeso?- indicò la porta
Forse…Ti conviene andare, deve essergli successo qualcosa.-
-Gli serve la sua sorellina- mi stava sfottendo –MATTY!-
-Che c’è?!?-
-Già te l’ho detto. Fai poco il cazzone con me!- sbuffò e si alzò insieme a me –Ti mando un messaggio più tardi- dissi alzandomi sulle mezze punte per dargli un bacio -..mh…esigo un secondo round- mi soffiò sulle labbra –Non oggi…domani- lo sentii sbuffare.
Mi diede una pacca sul culo e se ne andò via mentre s’infilava la sua felpona.

Buttai la bottiglia vuota di birra che aveva appena bevuto Matty e andai in camera di Louis.


*SONO IO*
Bella gente (?), che si dice?
Allora...in questa FF sono presenti molti flashback. Servono per capire meglio il tutto.
Non ho altro da dirvi...Ciao Ciao!

#Hazzasmile 

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